LE MILLE MIGLIA

Stanotte passeranno le Mille Miglia... (28 aprile 1951)

Mi sono alzata alle quattro, ma Leonida mi ha riportato per forza a letto, questi fratelli! Finalmente la sveglia suona le 5 e giù in un baleno mi alzo e preparo. Si sono alzati anche Leonida, Gabriele e la Giovanna. Leonida è andato sulla strada a vederla, Gabriele, sù nella camera di Guido, ed io e la Giovanna in un terrazzino plu alto di tutti e più furbe perché si vedeva benissimo la curva, e con gli ombrelli perché piove. Non si può dire che sia buio, ma neppure luce: forse è l'alba, ma non si vede perché piove, piove. E una pioggia fine fine, ma continuata e ogni tanto a scatti si mette a precipitare così rumorosamente che sembra che il cielo voglia cadere. La gente laggiù è tutta con gli ombrelli e vi sono tante macchine interrotte nel loro corso. La Giovanna si è stancata quasi subito, ma io no: e sono rimasta sempre imperterrita sotto la pioggia con mano la lista delle più importanti macchine. Abbiamo visto le grosse tutte... Villoresi, Moneta Ascari, Romano, Biondetti, Rovetto Bongia ecc... Che bello! Si sente un rumore come un rombo: «Giovanna eccoli». Passa una macchina e solleva l'acqua delle pozzanghere, è passata: «Che numero era, Giovanna? 437?». «Sì, 437»... Sono scesa alle otto! Tre ore lì in piedi alla pioggia per le Mille Miglia! (9 aprile 1951)

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